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Approfondimento

I burger vegani: facciamo chiarezza

Cosa vuol dire vegano?

Il dizionario definisce i vegani come coloro che scelgono di eliminare dalla loro alimentazione tutti i prodotti di origine animale compresi i derivati come uova e latte, scegliendo di alimentarsi con prodotti esclusivamente vegetali. La scienza alimentare ha fatto negli ultimi anni passi da gigante in questo settore, così da proporre prodotti simili agli originali, ma con le caratteristiche peculiari di chi segue la corrente dell’essere vegano. Ora. Carnivori a parte, serve sottolineare una considerazione oggettiva. Gli alimenti “simili” lo sono nell’aspetto e non nella sostanza, pertanto per replicare un qualcosa serve creare una copia, talvolta non bellissima ahimè.

Burger vegano vs burger di carne

Oltre alla corrente di pensiero serve scegliere e imparare a leggere attentamente le etichette degli hamburger vegani che, a differenza del fratellastro fatto di carne di manzo, contiene preparati chimici non sempre completamente sani e genuini. I coloranti, gli addensanti e altri componenti servono per ricordare, a livello commerciare, il parente ben più noto e invitante, e al tempo stesso rispettare l’idea di chi appoggia la corrente vegana. Ora, scomodare il parente originale è un affaire piuttosto complicato e difficile da modificare. L’hamburger di carne di manzo, esattamente come tutti gli altri prodotti a base di carne, deve rispondere ad un determinato protocollo che ingloba regole igieniche e sanitarie.

Per ottenere uno specifico prodotto a base di carne, tra le varie definizioni, serve allontanarsi da alcuni antibiotici e potenzianti che potrebbero “rovinare” la carne e compromettere il sapore e la qualità. Nel mondo dei burger vegani il discorso del rispetto del protocollo è annullato poiché vi è la palese assenza dell’ingrediente “incriminato”, la carne appunto. Cosa fare? L’etichetta diventa l’unica fonte di sapienza da leggere accuratamente, successivamente serve farsi domande e trovare le risposte, prima di mettere il prodotto nel carrello e convincersi che è sano e perfetto per un'alimentazione vegana.

Burger vegan: questione di legami

Tra le dispute principali che gravitano attorno alla copia dei burger di carne succulenti e profumati c’è la necessità di creare un prodotto compatto e invitante tanto quanto il parente. Se la preparazione avviene in casa e si tratta di un qualcosa di casereccio e home made ecco che accorrono in aiuto gli addensanti naturali: patate, legumi, farina, quinoa e pangrattato. Se invece, la preparazione è industriale, serve prestare attenzione agli ingredienti evitando prodotti in cui sono presenti troppo addensanti, stabilizzanti e coloranti a dispetto di ingredienti naturali o estratti.

Un’altra questione che i vegani troppo spesso tendono a minimizzare è l’apporto calorico che un prodotto similare può contenere e raggiungere. Scegliere l’alimentazione vegana senza aver una profonda conoscenza del percorso che si sta affrontando è un pessimo punto di partenza poiché si rischia di compromettere il proprio equilibrio introducendo una quantità esagerata di proteine e sostanze chimiche senza esserne consapevoli.

Burger blended: questione di armistizio

Mettere d’accordo vegani e carnivori è quasi impossibile, a meno che entrambe le parti non accettino un compromesso. Se da una parte serve accettare la presenza di una percentuale di carne, dall'altra serve riempire lo spazio vuoto con un qualcosa di sano: le verdure sono una soluzione pronta all’uso. L’eccessivo consumo di un qualsiasi alimento è dannoso per l’organismo, ma questo concetto vale per la carne tanto quanto per il tofu o il seitan o il cioccolato, insomma per tutto.

Ecco che, di fronte ad una sempre crescente società con la carne come principale alimento serve sopperire alla mancanza di verdura ed educare verso un utilizzo più consapevole. Seguendo questo concetto e cercando di far avvicinare vegani e carnivori che alcune catene americane hanno introdotto un nuovo alimento: il burger blended. Da una parte la certezza di mettere sotto i denti carne, e non un qualcosa di simile, affianco la volontà di integrare la mancanza di verdure aggiungendo sapori nuovi e perfetti in combo.

Hamburger vegano sì o no?

No. La risposta è un categorico no se il burger vegano è un preparato in laboratorio, se la nonna non è in grado di decifrare nemmeno l’1% degli ingredienti. La presenza di componenti chimici può risultare piuttosto dannosa, ecco perché serve prestare la massima attenzione.

Sì. La scelta vira su di un sonoro sì se la voglia di sperimentare in cucina, accoglie anche l’idea di proporre un qualcosa di esclusivamente vegetale. Zero chimica, solo natura. A rimetterci è la possibile durata del prodotto che magari non si può conservare in frigorifero per lungo tempo, ma una tavola imbandita, difficilmente permette di avere troppi avanzi. Forse. L’idea di appoggiare completamente l’alimentazione vegana senza porre la giusta attenzione ai componenti chimici fa propendere verso un “anche no”. Tuttavia, provare in cucina nuove idee e soluzioni capaci di stupire e arricchire la tavola di colore e sapore lascia intendere un “perché no?”.

HamBurger vegan, questione di dettagli

Chiaro! Ecco la soluzione, ancora una volta serve usare la testa e avere parsimonia. Un po’ di tutto sembra essere il giusto compromesso per chi desidera mangiare meno carne e vuole avvicinarsi al mondo vegetariano o vegano. Il consiglio è sempre quello di scegliere carne italiana di provenienza certificata e di avvicinarsi con la giusta consapevolezza ad un’alimentazione così particolare. Preferire l'essere onnivoro resta dunque, la più saggia decisione. Ancora di più se si sceglie di portare in tavola tagli di carne bovini e suini sani e genuini frutto di una filiera controllata e certificata.