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G economy

La carne Italiana è la più sostenibile al mondo!

Filiera carni italiane si presenta come migliore al mondo

La carne italiana ancora una volta, si presenta in una classifica che sceglie di considerare l'impatto ambientale e a livello di salute del prodotto rispetto a uomo e ambiente. Il gradino più alto è mantenuto ben saldo dal Bel Paese grazie a molteplici fattori che spaziano dall’attenzione verso il benessere animale e si traducono in un minor inquinamento ambientale e un ridotto uso di additivi/componenti chimici come antibiotici non necessari. Del resto la green economy è spesso argomento di controversie ma, in ogni occasione trova molti sostenitori che riescono a garantire e aumentare in maniera costante la competitività italiana.

Macellerie online e divoratori di carne

I consumatori maggiori di carne al mondo sono gli Americani con 126 kg pro capite annuali, subito dopo gli europei con 85 kg medi e per quanto riguarda l’Italia siamo a 76 kg. I dati sono però sfalsati poiché rientrano in una classifica che unisce anche le parti non edibili delle razze bovine. Se consideriamo la pura carne consumata, l’Italia arriva a malapena a 38 kg pro capite che corrisponde a qualcosa in più di 100 gr giornalieri suddivisi in: 73 gr carni rosse e 24 bianche. Le percentuali sono dunque piuttosto basse e faticano a raggiungere la soglia di quanto raccomandato dall’OMS.

Carne italiana e salute

Serve fare un appunto: la Carne provoca il cancro è una leggenda - pessima - metropolitana. Il consumo eccessivo di carne rossa è una concausa di un tipo di tumore legato al colon-retto rispetto alle 156 tipologie ad oggi conosciute. L’eccesso diventa una concausa che contribuisce nella misura dell 1%, pertanto una quota irrisoria che, per dovere dev’essere specificata, tuttavia diventa superflua. Gli elementi che rendono “malefica” la carne fresca italiana sono legati ai metodi di conservazione, alla preparazione e alla cottura. Una cottura esagerata scatena molecole maligne che nell’eccesso di depositano nell’organismo, lo stesso vale per una cattiva conservazione che non tiene in considerazione data di scadenza e modalità di utilizzo.

La carne italiana online è sana

Per tutta una serie di ragioni che gravitano attorno alla green economy e alla voglia dei piccoli allevamenti di produrre tagli di carne sani e genuini ecco che il consumo di carne diventa essenziale e incontra il parere di diversi medici nutrizionisti. Esistono molteplici regimi alimentari che hanno come fonte primaria l’utilizzo di proteine animali e vegetali e un ridotto - talvolta drastico - consumo di carboidrati.

Ancora una volta serve ricordare che i tagli di carne bovina italiana, se realizzati con criterio, rappresentano un prodotto adatto e idoneo alla dieta. Per quanto riguarda i carboidrati serve ricordare che la giusta misura risiede sempre nell’equilibrio, ecco perchè privarsi completamente di questo o quell’alimento è, di partenza, un colossale errore.

Carne fresca italiana e previsioni

La curva crescente della domanda lascia ben pensare che la popolazione, soprattutto quella italiana, stia imparando a scegliere consapevolmente cosa portare in tavola. Pare che nel prossimo decennio il consumo di carne aumenterà, tuttavia sembra che, con le condizioni attuali, le soluzioni della “finta carne” compromettono il reale sviluppo e sostentamento della filiera produttiva.

Cos'è la finta carne?

Diversi studi stanno realizzano esperimenti con carni create in vitro che nulla hanno a che vedere con la migliore carne bovina italiana, l’unico punto in comune è il colore che, creato in laboratorio, può diventare uguale. Serve prestare la massima attenzione e ancora una volta, imparare a scegliere se affidarsi all’esperienza di un allevatore o se preferire un prodotto realizzato ad hoc e ad uso e consumo del cliente.

L’inquinamento della filiera zootecnica

La voglia di creare prodotti in laboratorio è rafforzata dalla presunzione di limitare l'inquinamento e le emissioni di gas in atmosfera. Gli allevamenti tradizionali scelgono di affidarsi alla tecnologia e utilizzare diverse soluzioni atte a recuperare vari ed eventuali scarti così da poter ridurre, nel limite del possibile, la percentuale di inquinamento. Le razze di mucche italiane allevate secondo la tradizione, ancora una volta dimostrano che la scelta di affidarsi alla tecnologia permette di ridurre l’impatto inquinante e attivare - migliorare in alcune situazioni - la neutralità carbonica, ossia il riutilizzo di gas ed elementi inquinanti nella filiera agroalimentare. Se si analizzano i dati nel loro complesso, si può evidenziare quanto un allevamento tradizionale riesca ad inquinare meno di un laboratorio che, a parità di prodotto, produce la “carne finta”, insomma serve conoscere e approfondire.

Carne italiana bovina: “aria” di rinnovamento

Ecco che la scienza può camminare fianco a fianco ad un allevamento tradizionale proponendo e istruendo il popolo verso un consumo consapevole e indirizzato verso la riduzione dell’impatto ambientale. Pare che una delle soluzioni sia nel miglioramento genetico dell’essere umano e dell’animale che, grazie ad una concomitanza di diversi elementi, diventa un perfetto punto di (ri)partenza per un maggiore rispetto dell'ambiente.

Il pascolo all’aria aperta è un esempio concreto di quanto il ripristino e l’utilizzo “naturale” dell’ambiente, offra margini di miglioramento su diversi aspetti. Serve attenzione e scelta consapevole, ecco cosa può fare ogni singolo individuo. Del resto, il mare è creato da un’infinità di gocce. Proviamo ad essere “la goccia in più”.