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2023

Brescia capitale della cultura: ricette bresciane

Brixia e tagli di carne

I bresciani sono molto orgogliosi delle loro origini. Una terra ricca di materie prime legate all’agricoltura con ambientazioni diverse così da proporre molteplici preparazioni. Il bresciano tipico è la rappresentazione di una persona semplice e tradizionale legata alla famiglia, valori profondi e strettamente collegati al lavoro, di tanto in tanto sceglie di far festa e vivere serate goliardiche, adora i sapori genuini e predilige tagli di carne semplici da mettere sulla griglia e restituire un piatto a regola d’arte oppure unire gusti decisi e ben definiti da accompagnare con uno dei tanti vini corposi prodotti nella provincia.

Un territorio particolare che, un po’ come Bergamo, unisce monti e pianura, laghi e fiumi. Inoltre il 2023 rappresenta l’anno perfetto per visitare la città che, insieme a Bergamo, veste il ruolo di capitale della cultura.

Aprire la propria mente unendo gite fuori porta a piatti tipici diventa un perfetto mood di viaggio che aiuta la cultura e offre l’opportunità di vestire i panni locali iniziando dalla tavola.

Brescia: piatti speciali e usanze locali

Ogni piatto bresciano si lega in maniera indissolubile al territorio per diversi aspetti, da un lato la possibilità di trovare le materie prime direttamente in loco vivendo un'esperienza vicina al km 0, dall’altro la voglia di mantenere intatta la tradizione e far conoscere ai turisti e discendenti quante varietà riesce ad offrire un singolo territorio.

Casoncelli bresciani

Un mix perfetto che unisce la tradizione bergamasca alla voglia di sperimentare e provare sapori nuovi della terra bresciana.

Pianura, laghi e valli si uniscono portando in tavola un piatto ricco di gusto e dal profumo sublime, le erbe sono la principale attrattiva del piatto che si unisce al gusto autentico di formaggi come il quartirolo bresciano.

Un cuore ricco di gusto racchiuso in pasta spessa che trova la massima espressione quando la scelta ricade su materie prime locali, perché è noto, gustare un cibo prodotto direttamente sul posto rende ancor più completa l’esperienza.

La faida che da sempre vede contrapporsi, in terra di casoncelli, Bergamo e Brescia trova evidenti richiami anche in tavola, i casoncelli sono l’avamposto della battaglia che trova tutti vincitori, sebbene per aggiungere un’opinione serve assaggiare, e poi giudicare.

Zuppa di mariconde

Le zuppe sono da sempre il tallone d'Achille di tutte le mamme che vorrebbero far mangiare un piatto sano e caldo alla propria prole, un tempo la zuppa di mariconde era un piatto da mangiare in un sol boccone, perché si arrivava a tavola affamati dopo una giornata a scuola e magari un pomeriggio al lavoro nei campi con gli adulti della casa.

La zuppa marchiata Brescia è molto simile alla ricetta dei canederli, prevede pochi ingredienti definiti poveri eppure capaci di sprigionare un sapore sopraffino e ben definito: uova, cucchiai pane grattugiato, cucchiai grana padana grattugiato, etti pane raffermo, burro, latte, noce moscata, sale,brodo di carne.

Difficile tirarsi indietro davanti alla zuppa di mariconde, più per la paura di ricevere un manrovescio da chi faticosamente aveva preparato il piatto che per la voglia irrefrenabile di mangiare la zuppa. Il sapore è dettato dall’utilizzo di formaggi di prima scelta e dal brodo di carne che offriva la possibilità di preparare più pietanze nel medesimo momento così da risparmiare tempo e denari in tempi di “magra”.

Trippa paesana alla bresciana

L’arte culinaria bresciana è legata ai frutti del territorio, nulla si butta o si spreca e su questa lunghezza d’onda nasce - anche - la trippa paesana bresciana. Tagli da quinto quarto, solitamente scartati ed evitati diventano succulenti protagonisti capaci di offrire un gusto sublime e davvero genuino, serve semplicemente seguire l’iter alla lettera per portare in tavola un piatto sfizioso oltre ogni misura.

Il quinto quarto è un taglio di carne che fa parte di moltissimi piatti tradizionali italiani proprio perché un tempo la cultura popolare sceglie di portare in tavola ogni parte dell’animale e utilizzare con grande astuzia - e gusto - preparazioni di recupero, un po’ come succede tutt’ora nel Lazio con il bollito alla PicchiaPò.

La trippa paesana alla bresciana sceglie di essere uno dei piatti di punti della vera e verace cultura contadina fatta di tanto lavoro e altrettanta sostanza.

Spiedo bresciano

Una diatriba lunga secoli, ancora oggi le due provincie si contendono l’eccellenze del piatto, da un lato la versione bresciana che ha dalla sua una storia lunghissima, dall’altra invece diversi sostenitori che difendono le origini.

Spiedo bresciano o spiedo trevigiano? Poco importa chi abbia ragione, e altrettanto poco serve sapere se lo spiedo bresciano è più - o meno - buono della variante trevigiana, ciò che conta è che anche questo è un piatto tipico, e serve assolutamente assaggiarlo.

“Del maiale non si butta niente”, mai detto popolare trova ampio margine di applicazione come nella cucina tipica bresciana che, a fianco di storie e leggende avvicina sapori e gusti riportando il buon umore e calmando gli spiriti bollenti di conservatori d’epoca.

Lo spiedo è un piatto poco esigente, facile da preparare e ottimo per impratichirsi con la sovrana arte della marinatura. Un pezzo di carne di prima scelta selezionato con cura da mastri macellai e una brace pronta ad accogliere quello che per molti resterà impresso nella memoria.

Capretto alla Valsabbina

Ogni zona della provincia bresciana vanta un piatto tipico degno di nota, ecco perché serve muoversi per la provincia scegliendo con cura le tappe da rispettare con assoluta certezza. Se per molti vige il pochi ma buoni, per approfondire l’arte culinaria bresciana serve esattamente l’opposto, dalla trippa alla zuppa passando per lo spiedo e i casoncelli, un viaggio lungo e - colesterolo permettendo - piuttosto impegnativo.

Il capretto alla valsabbina rispetta a pieno titolo le caratteristiche dei piatti “parenti”, solitamente proposto per Pasqua o pasquetta sceglie di proporsi senza troppi sfarzi.

La ricetta infatti, include pochi ingredienti che anziché completare il gusto della carne scelgono di sottolineare, del resto possiede un gusto particolare che vuole essere assoluto protagonista senza altri scalpitanti sapori.

La Patuna

Il viaggio tra le tradizioni culinarie bresciane giunge al culmine con un dolce che, ancora una volta, vede una contestazione per la provenienza. Questa volta è la provincia cremonese a pretendere l’origine, ma i bresciani d'epoca, conoscono la vera radice del dolce che per essere giudicato dev’essere assolutamente assaggiato. Altrimenti non vale!

L’Autunno è il periodo in cui raggiunge le tavole imbandite delle domeniche di festa, o anche nei giorni feriali, esiste sempre un buon motivo per mettere in tavola quello che oggi conosciamo più comunemente come castagnaccio. Ingredienti essenziali e di prima scelta, magari raccolti durante una passeggiata nei boschi per rendere il piatto ancor più simbolico per l’unione familiare, del resto il dolce serve a questo: unire.

Brescia capitale cultura 2023

La città di Brescia, insieme a Bergamo, è per il 2023 capitale della cultura e, il turista per vivere un’esperienza completa sotto ogni profilo può scegliere di dare un viaggio culinario avvicinandosi a leggende e credenze che inglobano tutti - o quasi - i piatti della tradizione bresciana.

Scoprire i miti o aneddoti che ruotano attorno ai piatti è sempre una sorpresa, notare quanti piatti siano contesi è una vera e propria scoperta che incrementa la curiosità verso questa o quella pietanza che, solo per un vizio di preparazione, assume sfumature differenti e sempre uniche.

Il filo conduttore dei piatti è rappresentato dalla tradizione e dalla semplicità con cui si possono portare in tavola squisitezze senza eguali e trovare tagli spesso declassati e poco considerati diventare veri protagonisti.

A volte è una semplice cottura a diventare fiore all’occhiello, altre volte invece è l’aggiunta di un ingrediente del luogo come per esempio l’olio di Rovato, insomma si tratta sempre di scelta e la preferenza verso materie prime locali diventa una carta vincente.