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Sostenibilità

Agrivoltaico: l'agricoltura 2.0

Agrovoltaico, cosa è?

L’ultimo periodo storico segna un punto a favore verso le energie rinnovabili e tutte le loro varianti. Da un lato la necessità data dalle vicende storiche, dall’altra la voglia di accentuare l’attenzione verso l'ambiente ha permesso a diverse aziende, organizzazioni e persone di interessarsi verso l’agrovoltaico o agrisolare.

Se il termine è ostico, il suo concetto è molto più terra terra, del resto di questo si tratta, ma non solo. L'agrovoltaico rappresenta l’unione tra il mondo dell’agricoltura e i pannelli fotovoltaici, così da rendere il processo di produzione di carne sostenibile ed evitare lo spreco di risorse. Le crisi climatiche, l’assenza di energia o per meglio dire di petrolio e gas impone un cambio di rotta, ecco perché l’agrivoltaico e la sostenibilità nel mondo dell’allevamento stanno riscuotendo tanto successo.

Sostenibilità in Europa: idee, soluzioni e aiuti

Il PNRR di qualche tempo fa, quello destinato alla fase di crescita post covid ha stanziato 1,1 mld di Euro per lo sviluppo dell’agrivoltaico. Forse in via preventiva o forse chissà, fatto sta che di lì a poco, la guerra troppo vicina ci ha obbligato - per noi è intesa l’Unione Europea - ad accelerare nella direzione e stilare un piano di sviluppo mirato alla sostenibilità. Il primo obiettivo è implementare i sistemi ibridi senza modificare o danneggiare i terreni agricoli ma scegliendo di valorizzare i sistemi idrici sostenibili.

Il secondo obiettivo mira a monitorare la realizzazione e il monitoraggio delle grandi opere così da creare un archivio storico dedicato al continuo e costante miglioramento del sistema. Se la grande industria può avvalersi di opere importanti, il piccolo agricoltore e allevatore sceglie di impostare un impianto fotovoltaico in azienda mirato alla creazione di carne sostenibile, così da rientrare a pieno titolo nel sistema e percorrere la strada della sostenibilità.

Sostenibilità e agricoltura: da qui a lì

Fino a ieri la produzione di energia attraverso il fotovoltaico e l'agricoltura si muovevano su due strade parallele senza punto d’incontro. L’agrivoltaico sceglie di creare un ponte comunicativo capace di unire le due correnti e offrire un nuovo termine e margine di sviluppo.

In termini normativi è l’art.11 con l’accesso agli incentivi a definire le caratteristiche: “...adottino soluzioni integrate innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione”. La definizione è piuttosto accondiscendente e permette diverse chiavi di lettura capaci di adattarsi a situazioni differenti. Insomma, pare sia attuabile.

Agrivoltaico in Italia

Fino a poco tempo fa era piuttosto normale imbattersi in campi incolti ricoperti da pannelli fotovoltaici dove nessuna piantagione, animale o risorsa era ammessa. La nuova visione invece, sceglie di unire i due elementi e, grazie alle diverse associazioni nate nell’ultimo periodo, aiutare la creazione del progetto.

Serve un piano d’azione per evitare l’installazione selvaggia e sconclusionata di pannelli e, al tempo stesso, offrire un servizio utile alla comunità e non solo e soltanto alla singola attività. L’inclusione diventa ancora una volta il punto di svolta del processo che oltre ad unire due elementi all’apparenza completamente sconnessi, sceglie di istruire la popolazione verso un utilizzo dell’energia più consapevole.

3 regole del provvedimento

Semplificare, quando si tratta di normative legislative è piuttosto complesso, tuttavia la normativa del Decreto Energia mirata all’agrivoltaico sceglie di focalizzarsi unendo 3 elementi:

  • Attivare l’autoconsumo mantenendo prevalente l’attività agricola
  • Regolamentare gli incentivi creando variabili utili a diversificare e risolvere le proporzioni del terreno da utilizzare per i diversi usi.
  • Realizzare le proposte del PNRR in termini di comunità energetiche e impianti innovativi definiti off-shore.

Ciò che manca è solo la linea guida che, come da tradizione italiana che si rispetti, arriverà con calma, ma questa è un’altra storia.

Sostenibilità. Il Lazio al comando

L’Università della Tuscia ha dato il via ad un progetto del tutto ammirevole focalizzato sull'agri fotovoltaico, redigendo un documento di oltre 50 pagine che sintetizza aspetti sociali, economici e politici nonché alcuni casi studio. Insomma, rappresenta il primo mattone sul quale costruire un nuovo filone di recupero energetico. Il punto a favore dello studio è rappresentato da un’ottica di risparmio o per meglio dire di reintegro del guadagno che permette di incrementare la redditività dell’azienda agricola grazie al sistema multifunzionale di auto produzione energetica.

La sensibilità ambientale è da sempre punto di riferimento di molte piccole aziende agricole e allevamenti tradizionali che scelgono di sposare l’attenzione all’ambiente e al benessere dell’animale piuttosto che puntare il tutto e per tutto sulla filiera produttiva. Da un lato possono ottenere carne sostenibile di qualità unita ad un ritrovato senso civico e rispetto del territorio.

Carne italiana e agri fotovoltaico: dove siamo ora?

Difficile rispondere ad un quesito tanto ampio. L’attenzione verso l’ambiente, complice il particolare periodo storico caratterizzato da fasi belliche lascia presagire una forte impennata verso il fotovoltaico passando dal mondo agricolo. Allo stesso tempo i piani di aiuto del governo faticano ad ingranare per via dell’enorme burocrazia che segue il passaggio e ostacola alcune fasi.

Le associazioni di categoria scelgono di perorare la causa e proseguire nella direzione del rinnovamento energetico e tecnologico così da essere pronte quando scatterà l’obbligo e l’ipotesi diventerà necessità. In linea generale, vige un forte interesse e richiamo verso tutto ciò che risponde al concetto di sostenibile, scegliere di abbracciare la causa alzando il rispetto verso il proprio appezzamento e la propria filiera di destinazione.