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In cascina

I cibi ultra processati visti da Nonno Carlo

Tra studi e realtà dei fatti: discorsi in cascina

“Mezzogiorno di fuoco”, dice Nonno Carlo, arrivato in Cascina dopo essere stato al supermercato. Siamo a luglio, è quasi mezzogiorno ormai e il caldo è intenso, anche se smorzato dalla brezza che muove il mais ormai maturo.

Un euro e otto centesimi, indovina cosa! - Chiede.

E tutto questo anche, sarà un chilo di roba - Incalza - Questo tre e novanta!

Ci mostra i prodotti che l’hanno ingolosito, sia per l’appetito che per l’incredibile convenienza. Il primo, un vassoietto con due cotolette di tacchino già pronte. Il secondo, un pacchetto di cartone con una trentina di bocconcini di pollo già pre-fritti. Totale della spesa, 4,98€. Troppo bello per essere vero. Eppure la spesa è lì, che sfrigola in padella in pochi minuti, diffondendo persino un buon profumo.

Andiamo insieme a leggere le etichette e gli ingredienti. Innanzitutto, quelle cotolette fragranti di petto di tacchino, per l’80% sono fatte da cereali, oli, zucchero, addensanti, amidi.

“Ol tachì - il tacchino - non l’hanno neanche visto da lontano”, dice Nonno Carlo, un po’ incredulo.

Guardiamo i bocconcini di pollo impanati: qui va meglio. 50% pollo, 50% altri ingredienti vari. Tuttavia leggiamo “carne separata meccanicamente”: cosa significa? La carne separata meccanicamente o carne recuperata meccanicamente è quella purea di carne ottenuta rimuovendo i residui di carne dalle ossa o dalle carcasse di pollame usando mezzi fisici, che portano quindi alla perdita o alla modifica della struttura fibrosa del muscolo.

Negli Stati Uniti, i consumatori più salutisti, chiamano questo composto “pink slime”, ovvero poltiglia rosa. Questo pink slime viene più volte lavato con un liquido speciale contenente ammoniaca il quale lo rende completamente insapore. Il gusto viene migliorato dall’aggiunta di aromi artificiali, artificiali, ma buonissimi.

“E io che li ho comprati per non mangiare la carne rossa” - Protesta Nonno Carlo, che questa settimana è un po’ a dieta. Gli han detto, beva meno latte, eviti la carne rossa, pane e salame per lei è un veleno, i formaggi, per carità pochissimi! Una visita dal dietologo e gli hanno sovvertito ottant’anni di abitudini alimentari. Niente bolliti, niente salumi, niente carne trita, svizzere, polpette, eviti i formaggi stagionati. E quindi, perché non provare un po’ di tacchino e pollo, dato che al supermercato sono anche davvero convenienti?

E così il Nonno è caduto dalla padella alla brace, la brace dei cibi ultraprocessati (UPF) e ultra-dannosi per la salute.

Ma cosa sono questi cibi ultra processati quindi?

Fanno parte di questa categoria tutti quei cibi creati attraverso formulazioni di ingredienti che vengono creati attraverso una serie di processi industriali davvero complessi. Spesso sono necessarie attrezzature tecnologicamente avanzate per produrli.

Gli ingredienti “normali” come carne, cereali, verdure vengono frazionati in sostanze come zuccheri, amidi, oli e proteine, che sono poi spesso ulteriormente idrolizzati e idrogenati. Spesso vengono aggiunti additivi cosmetici come coloranti, emulsionanti, agenti di carica, addensanti, esaltatori di sapidità e dolcificanti.

L’obiettivo di tali modifiche è aumentare la durata di conservazione, ridurre i costi di produzione e creare prodotti alimentari convenienti e appetibili o iper-appetibili.

Il profumo di questi frittini ci sta facendo venire l’acquolina, ma la fame passa subito quando scopriamo le statistiche riguardanti i danni dei cibi ultra processati.

Lo studio si chiama “Consumi di cibi ultra-processati e rischio di cancro: una systematic review e meta-analisi“, a cura di Irja Minde Isaksen e Simon Nitter Dankel e valuta l’impatto sul rischio di cancro in generale e/o di uno o più dei seguenti tumori: leucemia linfocitica cronica del colon-retto, della mammella, della prostata, del pancreas e del sistema nervoso centrale.

Le prove disponibili mostrano un’associazione significativa e coerente tra l’assunzione di UPF e il rischio di tumori, tra cui il cancro del colon-retto, della mammella e del pancreas.

Purtroppo, questi cibi ultra processati, d’impatto sono gustosi ed economici; ci prendono per la gola e non solo il Nonno Carlo è vittima di questa trappola! Pensiamo soprattutto ai bambini e alle loro abitudini alimentari ancora in sviluppo. Vogliamo renderli avvezzi ad un mondo di gustosissimi sapori artificiali e ultra nocivi per la salute?

W la dieta contadina!

Siamo ancora in tempo a tornare ai cibi antichi, agli ingredienti veri, alla sobrietà. Alla dieta contadina che Nonno Carlo ha seguito per tutta la vita: tante verdure di stagione cotte (la minestra non mancava mai!), pastasciutta, polenta, brodi, pane, frutta di stagione, carne rossa una volta alla settimana, pollo nostrano solo ogni tanto.

Quando acquisti ingredienti base, preferibilmente da realtà di fiducia, contadini, allevatori, coltivatori diretti, sai cosa mangi. Diamo un valore alla nostra salute, rispettando il valore dei prodotti che acquistiamo: la nostra salute vale di più di 1,08€ di cotolette, un chilo di pollo di qualità vale di più di una promozione speciale da 1,99€/kg.

5 regole per rispettare la nostra salute e l’ambiente:

  • selezionare prodotti genuini scegliendo filiere corte e carne più sostenibile;
  • dare il giusto valore ai prodotti;
  • cucinare a casa partendo da ingredienti semplici e tradizionali;
  • variare dieta a seconda della stagionalità;
  • evitare gli sprechi e mangiare carne a impatto zero.

Siamo ancora in tempo per insegnare ai nostri figli a preferire alimenti genuini!