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Bollettino Carne Agosto 2025

Bollettino Carne Agosto 2025

Panorama generale e contesto mondiale

Nel luglio 2025, l’indice FAO dei prezzi alimentari ha raggiunto il livello più alto degli ultimi due anni, con la componente “carne” a livelli record. Questo aumento, trainato dall’insaziabile domanda di carne bovina e ovina da paesi come Cina e USA, ha pesato sui costi globali nonostante cali nei cereali, latticini e zuccheri (Agriculture and rural development).

In parallelo, l’industria europea affronta sfide strutturali che alimentano le tensioni: forte dipendenza dalle importazioni di mangimi (il 96 % della soia proviene da paesi extra‑UE), pressioni normative per la sostenibilità (strategie Farm to Fork e biodiversità) e costi produttivi in aumento (Reuters).

Trend dei prezzi in Europa: carne bovina, suina e pollame

Carne bovina: prezzi in Europa

Nel corso del 2025 la scarsità di animali da macello e i costi elevati hanno favorito un aumento costante dei prezzi UE del bestiame. A fine marzo, il prezzo dei vitelli “steers” è salito del 36 % su base annua, mantenendo una tendenza crescente (ahdb.org.uk).

Previsioni a medio termine del rapporto “EU Agricultural Outlook (2024‑2035)” suggeriscono un graduale calo dei prezzi bovini grazie a un miglioramento dell’equilibrio tra offerta e domanda, con possibili quotazioni intorno a € 6 000/t entro il 2035 (thecattlesite.com).

Carne suina: prezzi in Europa

Nella settimana 34 del 2025, il prezzo medio UE per carcasse suine era di 205,74 €/100 kg, in ribasso del 2,8 % rispetto allo stesso periodo del 2024. Il costo dei suinetti è invece salito dello 0,9 %, attestandosi su 62,65 €/testa (Agriculture and rural development). Questi dati evidenziano margini sempre più ristretti per gli allevatori, dato che i costi di ingrasso superano i ricavi da vendita.

Pollame: prezzi in Europa

Il segmento ha registrato trend divergenti:

Inoltre, dal 1° ottobre 2024 al 5 giugno 2025, l’UE ha registrato oltre 520 focolai di influenza aviaria, con oltre 21 milioni di volatili abbattuti, colpendo in particolare Polonia, Ungheria e Italia (Agriculture and rural development) — fattori che hanno contribuito all’instabilità dei prezzi.

3. Produzione e commercio: import contro export

Produzione interna carne bovina

Nel primo trimestre 2025, la produzione di carne bovina nell’UE è calata del 3 % (circa 56 000 tonnellate). Le esportazioni di carne bovina dovrebbero diminuire del 4 % entro fine anno, mentre le importazioni potrebbero aumentare del 5 %, arrivando a circa 370 000 tonnellate, spingendo verso una crescente dipendenza del mercato interno (ahdb.org.uk).

Secondo analisi del 2024, la produzione di bovini si attestava a circa 6,4 milioni di tonnellate, un calo dello 0,47 % rispetto all’anno precedente, e le esportazioni UE erano previste in riduzione del 3,3 % (590 000 t), mentre le importazioni erano in calo del 2,8 % (350 000 t) (Tridge).

Carne lavorata e preparata

Nel 2024, le esportazioni UE di carni preparate/preservate sono diminuite del 18,5 % in volume (1,6 milioni di tonnellate) e, in valore, hanno toccato i 9,4 miliardi USD (indexbox.io).

Accordi commerciali e tensioni

L’accordo EU–Mercosur, ancora non ratificato, prevede l’importazione di 99 000 t di carne bovina e 180 000 t di pollame a dazio ridotto/dazio zero, suscitando proteste tra gli allevatori UE che temono una concorrenza con standard meno rigorosi (Reuters).

In parallelo, un’indagine anti-dumping avviata dalla Cina sulle importazioni di carne suina europea potrebbe penalizzare seriamente il settore UE, con pericoli soprattutto per esportatori spagnoli (leader) e tedeschi (già colpiti da restrizioni legate alla peste suina) (Reuters). Questa situazione apre opportunità a concorrenti sudamericani e statunitensi nel mercato asiatico (Reuters).

Proteste dei consumatori

In risposta ai prezzi alimentari in forte crescita nei Balcani, tra gennaio e febbraio 2025 si sono verificate ampie proteste e boicottaggi dei supermercati in paesi come Croazia, Serbia, Slovenia, Romania, Grecia e Bulgaria. Le richieste erano incentrate su calo dei prezzi, tutela dei prodotti locali e contrasto al carovita (Wikipedia).

4. Strategie UE: sostenibilità e diversificazione

L’Unione Europea esplora nuove leve strategiche per affrontare le tensioni sul mercato:

  • Proteine alternative (vegetali, fermentate, coltivate), per ridurre la dipendenza dalle importazioni di soia (96 %), gestire i costi e contribuire agli obiettivi climatici. Un studio Systemiq–GFI stima che la Germania da sola potrebbe generare € 35 miliardi in esportazioni e € 65 miliardi di valore aggiunto entro il 2045, grazie a questa diversificazione (Reuters).
  • Tuttavia, l’implementazione è ostacolata dalla lentezza normativa, dalla mancanza di strategie federate e dall’imprevedibilità politica, che rallentano l’accesso al mercato e gli investimenti (Reuters).
  • La Politica Agricola Comune (PAC) continua a sostenere prevalentemente l’allevamento intensivo (oltre l’80% degli aiuti 2013 riservati a prodotti animali ad alta emissione), riducendo la capacità di finanziare produzioni alternative e su piccola scala (Wikipedia).

5. Mercato della carne e segmenti in espansione

Dimensione del mercato

  • IMARC Group valuta il mercato europeo della carne 2024 a 388,8 miliardi USD, stimando una crescita fino a 563,2 miliardi USD entro il 2033 (CAGR 4,4 %) (imarcgroup.com).
  • MarketDataForecast, invece, prevede un valore di 579,6 miliardi USD entro il 2033 (CAGR 4,5 %) (marketdataforecast.com).

Segmenti in crescita

  • Il canale online è il segmento distributivo con il tasso di crescita più elevato (8,7 %) (marketdataforecast.com).
  • Carni lavorate e pronte al consumo (“ready-to-eat”) stanno guadagnando terreno: il mercato europeo delle carni pronte vale 51,4 miliardi USD nel 2024, e potrebbe arrivare a 90 miliardi USD entro il 2032 (CAGR 7,3 %), soprattutto in Germania, Regno Unito e Francia — con forte potenzialità anche in Italia e Spagna (marketdataforecast.com, imarcgroup.com).

6. Conclusioni e implicazioni per i consumatori

Insight chiave per il bollettino della carne:

  • Crescita strutturale dei prezzi, in particolare per le carni bovine e pollame pregiato, con pressioni costanti sul settore e sui consumatori.
  • Produzione interna stagnante, con una progressiva dipendenza da importazioni. Esportazioni in contrazione.
  • Minacce esterne e proteste interne: questioni commerciali (Mercosur, Cina) e boicottaggi balcanici riflettono un malessere percepito dai consumatori.
  • Opportunità a lungo termine: proteine alternative e carni coltivate rappresentano leve per sostenibilità, resilienza economica e innovazione.
  • Mutamento culturale: crescita del ready-to-eat e dell’e-commerce come trend di consumo emergenti.