Agricoltura sostenibile: tutto inizia dal suolo
Agricoltura sostenibile in italia: partiamo da qui
Sembra uno scritto di un filosofo attuale, ma è opera di Seneca IV secolo a.C.
“Voi vivete come se doveste vivere sempre, non pensate mai alla vostra fragilità, non volete considerare quanto del vostro tempo è già trascorso. Buttate via il tempo come se lo attingeste da una fonte inesauribile”.
Impossibile dargli torto, e deve aver pensato esattamente a questo estratto la senatrice Virginia La Mura quando ha portato in commissione una proposta di Legge per la tutela del suolo e del sottosuolo.
Inutile negare che il Pianeta stia inviando evidenti e palpabili segnali al genere umano serve scegliere se:
Il suolo è una risorsa naturale che potrebbe, anzi eliminiamo il condizionale, non essere eterno, dunque serve intervenire e provare a ridurre l’inquinamento e la cattiva gestione. |
L’essere umano e agricoltura sostenibile
Nell’ottica dell’attenzione allo spreco risorse serve considerare - anche - l’elemento suolo dal quale ricaviamo frutta e ortaggi. Possiamo per esempio, raccogliere l’interesse sociale e provare a indirizzare l’attenzione verso le energie rinnovabili che, rappresentano una valida soluzione da utilizzare in concomitanza con altri strumenti.
Il suolo, sebbene possa essere inteso diversamente, non è inesauribile e la sua rigenerazione è sottoposta ad un processo molto lungo, a differenza dell’energia geotermica della Terra che è un’energia rinnovabile (vedi cosa si fa con l’agrivoltaico). Virare da una all’altra energia è già un primo passo che può essere messo in atto dall’uomo. |
L’utilizzo sconclusionato dell’acqua, l’abuso di sostanze chimiche, riversamento di liquidi nel suolo, queste sono solo alcune azioni che dovrebbero essere regolamentate in maniera tale da incrementare il rispetto del suolo che, può essere utilizzato ma non abusato.
La proposta di legge per la coltivazione sostenibile
Evidenziata la problematica, la senatrice ha scelto di definire una proposta di legge per incrementare misure di tutela e risanamento del suolo mediante lo scritto: “Strategia europea per il suolo 2030” che impone obiettivi a medio lungo termine destinati a risolvere diverse problematiche: contrasto alla desertificazione e miglioramento del suolo. Il disegno di Legge ha incorporato diversi enti e ricercatori che pongono l’accento anche sull’industria agroalimentare e in particolare sui meccanismi di utilizzo delle materie prime del modo agrivoltaico.
L’impegno dell’ecosostenibilità è il punto di partenza per definire diversi metodi di lavoro che educhino all’utilizzo responsabile delle materie prime, tra cui l’acqua e l’impronta idrica che entra in gioco nel settore agricolo. L’istruzione è dunque, la chiave di volta per sopperire a molteplici mancanze e istruire a dovere le diverse filiere produttive. |
Nella proposta si legge che la salute umana è direttamente correlata a ciò che arriva in tavola, e seguendo la catena si giunge alle coltivazioni che derivano dal suolo, ecco quindi, perché coltivare su di un suolo sano è tanto importante.
Suolo e agricoltura sostenibile
Le diverse realtà aziendali agricole presenti sul territorio italiano evidenziano diverse problematiche legate all’approvvigionamento delle materie prime, tra queste c’è la necessaria attenzione da riservare al suolo. I numeri parlano chiaro, in Italia l’erosione del suolo è doppia rispetto al resto dell’Europa e, annualmente la quantità di suolo consumata è pari a 1,8 tonnellate per ettaro.
Questa moria è determinata dal carbonio organico presente nel suolo che è meno dell’1%, il fattore unito all’erosione porta verso la desertificazione e la riduzione di terreno coltivabile. Oltre alla riduzione del terreno vi è un prodotto ricavato più povero e, per la legge della concorrenza, ecco che si tende a portare in tavola prodotti esteri più “buoni” con il risultato che l’agricoltore italiano, oltre che produrre cibo povero, rischia di buttarlo come merce invenduta.
Una - delle tante - soluzioni: rotazione e mappatura
L’Unione Europea mediante il PAC delinea due soluzioni applicabili nell’immediato. In questo modo il terreno ritrova la fertilità e può riprendere a produrre in maniera concreta alimenti sani e buoni da immettere sul mercato.
Lavorazioni ridotte e rotazione colturale
L’agricoltore può iniziare sin d’ora con lavorazioni conservative ossia lasciare sul terreno biomassa vegetale ed evitare di invertire le zolle così da arrecare il minor disturbo possibile ai microrganismi che regolano la fertilità.
Serve però modificare il proprio concetto di agricoltura e mettere in atto due regole fondamentali della procedura:
- mantenere il terreno coperto utilizzano le cover crops portando i residui delle colture in superficie
- attivare un’ampia rotazione delle colture, così da gestire e controllare anche le piante infestanti
Mappatura del terreno e prescrizioni
L’altro aspetto auspicabile e attivabile nel breve periodo è la digitalizzazione dei sistemi agricoli. Utilizzando i sistemi informatici si possono raccogliere dati, analizzarli e strutturare una semina senziente: la tecnologia offre sementi, fertilizzanti, agrofarmaci e acqua nel momento e nella quantità giusta. La mappatura dei dati è la conseguenza diretta così da formare una sorta di storico e realizzare un’agricoltura sempre più di precisione.
Agricoltura rigenerativa
La proposta di Legge diventa dunque un perfetto punto di partenza per attivare l’agricoltura rigenerativa che, sebbene in Italia sia ancora agli albori, ha già permesso di evidenziare molteplici punti a favore e ottimi risultati. Il reddito dell’agricoltore diventa una diretta conseguenza di tutto il processo che, seppure appaia fortemente dispendioso, diventa nel medio e lungo periodo, il metodo perfetto per agire senza inquinare.